Franca Falcucci, la determinazione di una donna al comando.
Tra i fondi dell’Archivio per la Storia dell’Educazione in Italia sono conservati otto fascicoli che contengono le carte della senatrice Franca Falcucci (1926-2014), prima donna a ricoprire la carica di ministro della Pubblica Istruzione (1982-1987).
La figura di questa donna è sempre stata molto controversa, soprattutto durante il suo operato politico è stata al centro di attacchi e il suo lavoro non è sempre stato visto positivamente ma non si può negare la sua intensa e proficua attività, sia nell’ ambiente della scuola che in quello della politica.
Nasce a Roma il 22 marzo 1926. Il padre è un cassiere del Credito Fondiario, non iscritto al Partito Nazionale Fascista.
Frequenta il Liceo scientifico e poi la facoltà di Scienze Politiche a Firenze, dove si laurea con Giovanni Spadolini. Subito dopo intraprende la professione di insegnante di Storia e Filosofia nelle scuole superiori e svolge attività politica; lascia la professione nel 1968, con l’elezione al Senato. Durante la Resistenza è attiva nei gruppi clandestini della Dc romana, alla quale si iscrive nel 1944.

Nel primo dopoguerra lavora nella Cgil unitaria e nel 1947 è eletta nel comitato femminile sindacale; nel 1948, dopo la rottura sindacale, milita nel Movimento femminile democristiano. Tra il 1950 e il 1958 è “incaricata” delle giovani democristiane e dirige la rivista «Donna e società». Fino al 1964 è vice delegata nazionale del Movimento femminile assieme a Maria Eletta Martini e dal 1964 al 1967 è delegata nazionale del Movimento femminile. Dal 1954 al 1959 è vicesegretaria della Dc durante la segreteria Fanfani e dirigente dell’organizzazione europea delle donne democristiane.
È eletta per la prima volta nel 1968 al Senato ed entra a far parte della Commissione Giustizia. È componente del Consiglio europeo dell’Unione europea femminile e presidente della sezione italiana. Nel 1975 è autrice di un importante documento per l’inclusione scolastica degli alunni disabili, nucleo fondamentale della Legge Malfatti del 1977 che costituirà, negli anni a venire, un modello a livello internazionale. È sottosegretaria e poi prima donna ministro della Pubblica istruzione dal dicembre 1982 al giugno 1987 nei governi Fanfani e Craxi. A lei si deve la riforma dei programmi della scuola elementare, l’abolizione delle classi differenziali, l’avvio del Piano nazionale per l’informatica nella scuola e la firma, nel 1986, dell’Intesa con la Cei sulla non obbligatorietà dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola. Importante il suo contributo alla riforma del diritto di famiglia.
Nei primi anni Novanta, con la segreteria di Mino Martinazzoli, è direttrice dell’Archivio storico della Democrazia cristiana e dopo lo scioglimento del partito aderisce al Partito popolare.

Durante la sua intensa vita politica è stata spesso criticata, soprattutto da chi, in anni di fermento e rivoluzione, non vedeva di buon occhio sentimenti cristiani così radicati. Ma non possiamo non ricordare che fu uno dei pochissimi ministri che partecipava ai convegni dall’inizio alla fine, prendendo appunti, e che si recava al ministero con la puntualità che i suoi dipendenti raramente rispettavano. Uno dei pochi politici che parlava inglese e che sembrava vivere l’impegno politico come un regolare impegno scolastico.
Da molti viene ricordata come uno dei migliori Ministri della Pubblica Istruzione, forse non tanto per i risultati raggiunti, che sono stati in ogni caso notevoli e basilari per la futura generazione scolastica, ma quanto per la lucidità e la perseveranza con cui è riuscita a portare avanti progetti che in altri momenti si sono arenati.
Qui vogliamo anche ricordare il suo intenso lavoro come attivista per le donne, per la società femminile e per la sua capacità di non essersi mai sentita inadeguata, portando avanti con fermezza i suoi ideali e promuovendo la cultura e l’istruzione.
Franca Falcucci muore a Roma il 4 settembre 2014.
Valentina Garagnani