Convegno, Brescia, 23-24 settembre 2021
Fondazione “Luigi Micheletti” e Istituto Nazionale Ferruccio Parri
in collaborazione e con il patrocinio di Università degli Studi di Brescia | Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia | Comune di Brescia | Provincia di Brescia | Casa della Memoria | Fondazione Clementina Calzari-Trebeschi
Nel novero ampio e consolidato degli studi e delle ricerche sull’Italia nel corso della Seconda guerra mondiale e segnatamente sul periodo culminante del conflitto, gli anni 1943-1945, un ambito specifico e significativo è occupato dalle indagini che hanno focalizzato l’attenzione sul costo economico e sociale relativo alla sottrazione di risorse dall’economia nazionale effettuato dall’occupazione nazista. Un’ottica che certamente completa – accanto alle indagini condotte anche su scala locale e ormai assai documentate riguardo alle violenze e alla repressione di antifascisti e partigiani, alla pagina drammatica della deportazione e dello sterminio razziali e infine al massiccio internamento dei militari disarmati all’8 settembre 1943 – il quadro composito del Paese nel biennio della Repubblica Sociale Italiana e dell’occupazione della Penisola da parte delle forze del Reich.
Per stare all’interrogativo di Nicola Labanca, uno degli studiosi che con maggiore attenzione si è occupato in questi anni di tale aspetto del conflitto, “l’occupazione nazista della Penisola fra 1943 e 1945 non costò nulla all’Italia?” In un’opera poderosa – Il nervo della guerra. Rapporti della Militärkommandaturen e sottrazione nazista di risorse dall’Italia occupata (1943-1945), Milano, Unicopli, 2019, 3 volumi, edita con il sostegno del Fondo Italo-tedesco per il futuro e il supporto dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra – Labanca e il team di studiosi da lui coordinato hanno concentrato l’attenzione proprio sull’aspetto della sottrazione di risorse (oltre che della sottrazione di manodopera, già studiata da una ricerca coordinata da Brunello Mantelli ed edita con il sostegno dell’Associazione nazionale reduci dalla prigionia) che la storiografia contemporaneistica, anche la più avvertita, non ha in passato adeguatamente affrontato.
In effetti le vaste porzioni di territorio della Penisola ove si costituì la Repubblica Sociale Italiana, occupate dalle truppe del Terzo Reich, non rimasero indenni dalla sistematica e pesante opera di spoliazione e asportazione di risorse economiche locali, necessarie allo Stato nazista per continuare la guerra: un’opera di sottrazione di risorse che era stata già applicata a tutti i territori europei caduti sotto il tallone del Nuovo ordine europeo voluto da Hitler.
Questo aspetto della storia del 1943-1945 è oggetto del convegno di studi “La sottrazione nazista di risorse dall’Italia occupata (1943-1945)” che la Fondazione “Luigi Micheletti”, di concerto con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri e in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Brescia, della Casa della Memoria e della Fondazione Clementina Calzari-Trebeschi hanno organizzato per il 23-24 settembre. Il convegno si inserisce con un suo specifico profilo nell’ambito delle ricerche che numerosi Istituti storici della Resistenza hanno condotto sul tema. L’obiettivo della sottrazione di risorse era ben chiaro all’occupante tedesco fin dalla predisposizione del Piano Alarico, elaborato dalla Wehrmacht, che prevedeva il controllo della Penisola, in caso di una improvvisa uscita dell’Italia dallo schieramento delle Potenze dell’Asse. Forse non a caso era stato scelto quello di Alarico come nome in codice, con riferimento al re visigoto che saccheggiò Roma nel 410 d.C. E di un sistematico saccheggio (poi realizzato come Operazione Achse) appunto si è trattato, in particolare per le province italiane situate a nord della Linea Gotica e occupate fino all’aprile 1945. Per la Fondazione Micheletti l’evento è l’occasione per riprendere i temi che da tempo hanno costituito un intero filone di ricerca per il quale essa e Brescia sono note in campo non solo nazionale. Temi che, sia singolarmente che nel loro insieme analizzati, permettono di capire meglio quanto tragico fu il periodo storico della vicenda nazionale in quegli ultimi due anni di guerra e di focalizzare il complesso percorso da cui sarebbe nata la Repubblica democratica. *
* Questo testo riprende, pressochè integralmente, la Presentazione del convegno predisposta dalla Fondazione Micheletti
Documentazione allegata
Programma del convegno La sottrazione nazista di risorse dall’Italia occupata (1943-1945) | Locandina |
Registrazione audiovisiva sulla pagina Facebook della Fondazione Micheletti | Link |
Descrizione bibliografia dell’opera curata da Nicola Labanca: Il nervo della guerra : rapporti delle Militärkommandanturen e sottrazione nazista di risorse dall’Italia occupata (1943-1944) / a cura di Nicola Labanca. – Milano : Unicopli, 2020. – 3 volumi ; 24 cm Tomo 1. – 646 pagine. – (Per una storia delle vittime civili di guerra ; 3) (Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari ; 20). – ISBN 978-88-400-2066-2 Tomo 2. – 801 pagine. – (Per una storia delle vittime civili di guerra ; 4) (Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari ; 21). – ISBN 978-88-400-2114-0 Tomo 3. – 725 p. ; 24 cm. – (Per una storia delle vittime civili di guerra ; 5) (Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari ; 22). – ISBN 978-88-400-2115-7 |
Link alle pagine preliminari e all’indice |
Il costo di una scelta. Lo storico Nicola Labanca fotografa l’impatto economico dell’occupazione tedesca nel Nord Italia fra il 1943 e il ‘45 Articolo di Maria Paola Pasini sul Corriere della Sera. Brescia del 29 agosto 2021, pagina 10 che recensisce l’opera di N. Labanca |
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Relazione di Rolando Anni Le requisizioni tedesche in provincia di Brescia: prime ricognizioni nell’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età contemporanea |
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