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C’era una “Volta” un ex libris

Tra le carte contenute nel fondo archivistico legato alla Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò» compare un documento piuttosto curioso: un disegno preparatorio per l’ex libris del prof. Francesco Massardi, realizzato nel 1924 dal disegnatore e professore di disegno modenese, ma brenese di adozione, Giuseppe Colfi (fig. 1).

Fig. 1 Ex libris Francesco Massardi (1924)

Francesco Massardi (1880-1957) fu una figura di spicco nel panorama culturale bresciano della prima metà del ‘900: matematico e fisico, professore prima presso il Collegio Arici e poi nelle scuole tecniche e nei licei della città, grande estimatore e profondo conoscitore di Alessandro Volta e del suo lavoro. Nel 1922 fu incaricato dall’Istituto Lombardo di Scienze, Lettere e Arti, di curare la neo avviata Edizione Nazionale degli Opera omnia voltiani. D’altro canto, Massardi, con Angelo Ferretti Torricelli (1891-1980) e Ottavio Trainini (1872-1849), ben rappresentavano la significativa tradizione di studi voltiani che Brescia vantava intorno agli anni ’20/30 del secolo scorso (a Massardi è dedicata un’aula nella sede bresciana di via Trieste dell’Università Cattolica del Sacro Cuore).

Come si giustifica la presenza di questo insolito documento nel fondo archivistico?

In primis, non bisogna dimenticare che Carlo Viganò compì i suoi studi secondari presso il Collegio Arici, dove Massardi aveva insegnato e forse ancora insegnava.

Inoltre, l’austrico Friedrich Katscher, studioso e traduttore di Tartaglia in lingua germanica, grande amico dell’ing. Carlo, in una descrizione della raccolta Viganò, andata in onda durante un episodio della rubrica Magazin der Wissenschaft, trasmesso domenica 16 aprile 1967 dalla radio austriaca, ricordava di come la prima passione collezionistica dell’ingegnere fosse Alessandro Volta con i suoi studi sull’elettricità.

[trad.] «L’oggi sessantatreenne industriale Dr. Ing. Carlo Viganò, iniziò, ancora studente nel 1924, a collezionare le opere del fisico italiano Alessandro Volta, morto quasi un secolo prima. Acquisite le prime edizioni delle pubblicazioni voltiane e la più importante letteratura sulla vita e l’opera di Volta, Viganò si rivolse a Galileo Galilei e infine a tutte le più interessanti opere nei campi della matematica, della fisica, dell’astronomia e dell’idraulica».

Ma il collegamento più suggestivo e forse più intimo risiede nella natura del disegno dell’ex libris Massardi, dal quale Viganò potrebbe, infatti, avere in qualche modo tratto ispirazione per la realizzazione del suo personale ex libris, apposto su tutti i volumi della collezione. Il disegno raffigura, in un rettangolo, un libro chiuso del quale è visibile solo il taglio laterale con due cinghie che serrano i piatti. Sopra il libro è posizionato un altro volume aperto dal quale emerge un’impetuosa fiaccola fiammeggiante la cui luce illumina tutto lo spazio, sovrastata quindi da un cartiglio con il motto latino Lumen de lumine. Il significato potrebbe dunque forse riassumersi con l’idea che dalla luce della conoscenza nasce nuova luce che rischiara ogni tenebra.

L’ex libris di Viganò, che in una prima versione autografa dell’ingegnere prevedeva un ramoscello di ulivo inscritto in una fascia ellittica contenete il motto Ne’miei dolci studi m’acqueto, nella versione definitiva si completa proprio con un libro aperto dal quale il ramoscello di ulivo nasce (fig 2). Se, dunque, per Massardi dal chiarore della conoscenza nasce una luce che rischiara le tenebre, per Viganò dallo studio dei suoi volumi nasce una quiete che lo conforta.

Sul disegno dell’ex libris Massardi, infine, compare, nel fondo, un’annotazione a matita: cm 7. Provate a indovinare la misura dell’ex libris Viganò!?!?

Diego Cancrini