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Dario Morelli (1920-2003): Resistenza e memoria

Il 16 aprile, presso lo spazio Montini della sede di via Trieste, è stata inaugurata la mostra “Brescia è libera”, allestita per ricordare gli 80 anni dalla Liberazione di città e provincia dal nazifascismo e raccontare, in particolare, gli scontri avvenuti tra il 25 e il 28 aprile 1945. L’esposizione, che si avvale non solo di fotografie ma addirittura di un filmato dell’epoca, prosegue presso la Biblioteca di sede dove è possibile ammirare libri, documenti originali e oggetti significativi. Il pannello fotografico conclusivo è dedicato a Dario Morelli (1920-2003), partigiano, docente e storico, figura centrale della Resistenza, nonché fondatore nel 1967, insieme ad Alberto Albertini, Luigi Levi Sandri, Giacomo Mazzoli e Roberto Salvi, dell’Istituto storico della Resistenza bresciana, che, nel 2002, anno in cui fu acquisito dall’Università Cattolica, ha assunto la denominazione di Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età contemporanea (AREC). 

27 aprile 1945. Da destra: Dario Morelli (primo), Alberto Leonesio (secondo), Romolo Ragnoli (terzo), Francesco Brunelli (quinto), Arturo Perucchetti (sesto), Lino Minelli (settimo).

Nato a Brescia il 22 maggio 1920 da genitori convintamente antifascisti, Dario Morelli consegue i diplomi dell’Istituto magistrale e del Liceo scientifico. La sua formazione spirituale è legata all’ambiente dell’Oratorio filippino dei Padri della Pace. Nel 1942 si arruola a Pavia e viene poi trasferito a Udine, dove nel settembre del 1943 i tedeschi lo catturano e lo deportano nel campo di concentramento di Hannover: da qui riesce fortunosamente a rientrare in patria nel febbraio del 1944, portando con sé un taccuino di memorie degli ufficiali sopravvissuti all’eccidio di Cefalonia, poi diffuso clandestinamente sotto forma di dattiloscritto. Risale a questo periodo la sua adesione alle Fiamme Verdi, all’interno delle quali costituisce, insieme a Sandro Molinari, Francesco Brunelli e Roberto Salvi, la brigata “Dieci Giornate”

Laureatosi a Pavia, dopo la Liberazione si dedica all’insegnamento e alla ricerca: è docente di matematica presso le Orsoline e l’Istituto “Cesare Arici”; è direttore della rivista “La Resistenza bresciana. Rassegna di studi e documenti” dal 1970 al 2001. Tra le numerose opere da lui pubblicate si ricordino almeno La montagna non dorme (Morcelliana, 1968) e La Resistenza in carcere: Giacomo Vender e gli altri (Istituto Storico della Resistenza, 1981). 


La mostra sarà visitabile in Biblioteca e nello spazio Montini sino al 2 maggio ed è curata dal Centro di documentazione e ricerca “Raccolte Storiche”, nello specifico dall’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età Contemporanea (AREC), con testi del professor Rolando Anni e grafiche del bibliotecario Alessandro Tami