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Elda Mazzocchi Scarzella e il suo “Percorso d’amore”

Le carte del “Fondo Elda Mazzocchi Scarzella – Villaggio della Madre e del Fanciullo” – donate da Elda Mazzocchi Scarzella (1904-2005) e dai suoi eredi all’Archivio per la Storia dell’educazione in Italia – permettono di ripercorrere ed approfondire le vicende biografiche, il contesto professionale, gli studi, i riconoscimenti nazionali e internazionali di Elda Scarzella, pedagogista, scrittrice, operatrice sociale,per tanti la mamma degli asili, esempio unico di impegno civile ed educativo per quasi un secolo. La documentazione, originariamente conservata presso il Villaggio della Madre e del Fanciullo e in parte presso l’abitazione privata della signora Elda, è stata oggetto di diversi versamenti – coordinati dal direttore dell’Archivio prof. Luciano Pazzaglia – dal 2001 al 2014; nel 2015 si è conclusa l’inventariazione delle carte. 

La lettura di alcuni scritti di Elda Mazzocchi – «Cinque anni di vita del Villaggio della Madre e del Fanciullo» (1950),«Liberazione: a Milano dal 25 aprile 1945» (1985), l’autobiografia«Percorso d’amore» (1998) si è rivelata di notevole importanza per la creazione della struttura del fondo, organizzato in otto serie, l’ultima delle quali conserva un ricchissimo archivio fotografico (1675 immagini, in bianco e nero e a colori, dagli anni Trenta al Duemila), con scatti di noti fotografi milanesi (Aldo Ballo e Ugo Mulas). A ciò si aggiunga la ricchissima biblioteca privata della Scarzella: circa novecento volumi (oggi catalogati e ospitati presso la Biblioteca dell’Università di Brescia) che spaziano dalla maternità alla sessualità, dalle questioni socio-educative alle problematiche filosofiche e psicologiche all’arte.

Dallo studio della eterogenea documentazione conservata nel fondo (scritti autografi e dattiloscritti, pubblicazioni, supporti audio, fotografie) emerge la storia della condizione femminile e dei bambini disagiati del secondo dopoguerra e la visione innovativa portata avanti dalla signora Scarzella che, con la costituzione nel 1945 del Villaggio della Madre e del Fanciullo a Milano, ha incoraggiato la nascita dei servizi sociali, dai consultori ai servizi per il Tribunale dei minori. 

Un percorso – ben documentato dalle prime serie del fondo: “Corrispondenza” (1829-2003), “Personale” (1879-2005), “Vita al villaggio” (1945-2003) – che prende avvio con la costituzione di una prima scuola materna negli anni Trenta, “La casa del bambino” a Domusnovas in Sardegna, ispirata al Giardino d’infanzia dell’Umanitaria – improntato al metodo montessoriano – e alla scuola “Rinnovata” di Giuseppina Pizzigoni a Milano.

Rientrata nel capoluogo lombardo nel 1933, Elda inizia a prestare servizio presso le case minime della Trecca, in periferia, ed entra a fare parte del centro di volontariato “Il Ceppo”; all’indomani della Liberazione istituisce il Centro di assistenza ai rimpatriati (cfr. serie “Assistenza minori, poveri e reduci”, 1928-1995): tali vissuti confluiranno nel nuovo modello di assistenza sociale proposto dal Villaggio della Madre e del Fanciullo.

Un’attività così feconda ben emerge anche dalla serie “Convegni, lezioni, incontri” (1946-2004), che ben racconta la diffusione internazionale della sua esperienza (la Scarzella partecipa a ben 95 congressi in Italia e a 52 all’estero, in particolare in Inghilterra e negli Stati Uniti): una menzione particolare merita la ricerca pionieristica condotta nel 1951 in dieci paesi statunitensi per approfondire le problematiche connesse con la maternità e con la delinquenza minorile. Le intuizioni sul rapporto madre-bambino nei primi tre anni di vita (nate dal confronto con Elinor Goldschmied, pedagogista ed educatrice esperta di psicologia infantile), la comprensione del ruolo degli educatori e dei consultori nei percorsi di accompagnamento delle madri e l’impegno a tutelare i minori non sottoposti a misure detentive con attività innovative restano tra le principali eredità dell’operato della Scarzella.

Numerosi i premi e i riconoscimenti da lei ricevuti (serie “Personale”, 1879-2005): nel 1963, la menzione onoraria al premio “Lane Bryant International Volunteer Award” di New York; nel 1967, la medaglia d’oro della provincia di Milano per aver creato nuove vie all’assistenza alla maternità e all’infanzia e nel 2005, anno della sua morte, gli Onori del Famedio, concessi dal Presidente del Consiglio comunale e riservati a coloro che hanno fatto grande Milano. Il nome di Elda Mazzocchi Scarzella resta scolpito sul marmo della Sala della Gloria nel Cimitero monumentale.