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Il binomio Carlo Viganò e Nicolò Tartaglia

Ritratto di Nicolò Tartaglia

È anche merito dell’ingegnere Carlo Viganò la riscoperta novecentesca del matematico bresciano Nicolò Tartaglia (1499-1557), frutto di un lungo lavoro di acquisizioni e di ricerca che ha permesso la completa ricostruzione bibliografica della sua opera e che – grazie al sostegno a numerose iniziative scientifiche ed editoriali – ha contribuito alla diffusione dei suoi studi.

Famoso per aver risolto le equazioni di terzo grado e per aver innovato le scienze matematiche, Nicolò Tartaglia è ritenuto uno dei più importanti algebristi del Cinquecento. Di origini umilissime e pur avendo trascorso una vita complessa e travagliata (il suo cognome rimanda alla balbuzie causata da un grave incidente subito in occasione del Sacco di Brescia del 1512), Tartaglia seppe istituire durante la sua carriera rapporti e scambi con i più importanti matematici della sua epoca, tra cui Girolamo Cardano e Ludovico Ferrari. La traduzione dei suoi scritti in diverse lingue europee (inglese, francese, tedesco e spagnolo) ne testimoniano il riconoscimento internazionale già nella seconda metà del Cinquecento.

Gli Elementi di Euclide

Attraverso l’analisi delle prime edizioni delle sue opere, tutte possedute dalla Biblioteca di Storia della Scienze “Carlo Viganò”, è possibile ricostruire l’evoluzione del suo pensiero matematico e attestare l’eccezionale contributo che diede allo studio della geometria. Fondamentale fu la sua traduzione in italiano degli Elementi di Euclide. La sua versione, la prima in una lingua volgare e corredata da un ampio commento, fu pubblicata a Venezia da Venturino Ruffinelli nel 1543. Nel XVI secolo l’Euclide Megarense acutissimo philopsopho fu più volte ristampato, a testimonianza del successo di quell’impresa editoriale.

La Nova scientia fu edita a Venezia dai Nicolini da Sabbio nel 1537 e ripubblicata nel 1550 «con una giunta al terzo Libro»; è la sua prima opera a stampa, un trattato di balistica nel quale l’autore pone le fondamenta della teoria del moto dei proiettili attraverso l’ausilio della geometria, aprendo la strada alla meccanica, all’individuazione delle leggi del movimento e anticipando gli studi di Galileo Galilei, che riconobbe sempre i meriti del matematico bresciano.

Nova Scientia Inventa

La biblioteca Viganò conserva più edizioni dei Quesiti et inventioni diverse de Nicolò Tartalea Brisciano: la prima fu stampata a Venezia da Ruffinelli nel 1546 mentre le successive furono ad opera di Nicolò Bascarini (1554) e di Curzio Troiano Navò (1562). Il volume è suddiviso in nove “libri” che introducono al metodo scientifico in una forma dialogica: i problemi (quesiti) e le soluzioni di ambiti diversi delle scienze fisico- matematiche sono presentati insieme, compresa la risoluzione dell’equazione cubica pubblicata nell’ultimo tomo, in cui viene svelato anche l’inganno subito da Tartaglia per opera del matematico Girolamo Cardano: il famoso «cartello di matematica disfida» (6 cartelli tra il 1547 e il 1548), nato dalla rottura del patto di segretezza stipulato tra i due circa la formula dell’equazione di terzo grado, svelata al Cardano in forma di terzine. Tartaglia curò pure l’edizione di alcune opere di Archimede di Siracusa (287 a.C.-212 a.C.), pubblicate nella traduzione latina di Guglielmo di Moerbeke con il titolo Opera Archimedis Syracusani philosophi et mathematici ingeniosissimi, mentre nel 1551 vengono stampati i Ragionamenti de Nicolo Tartaglia sopra la sua Travagliata inventione, un gruppo di piccoli scritti che presentano un procedimento per riportare a galla le navi affondate.

L’ultima sua opera, il General trattato di numeri et misure, è considerata il compendio del sapere matematico e scientifico del Rinascimento, un vero e proprio moderno manuale di ricerca e di insegnamento della matematica, in cui teoria e prassi mettono a sistema aritmetica, geometria e algebra, approfondendo la matematica euclidea, islamica e medievale: 740 fogli per 1480 pagine di tavole, schemi, regole, sistemi di misure e brani autobiografici. Del volume, stampato a Venezia nel 1556 dal tipografo e libraio originario della Valsabbia (Brescia) Curzio Troiano Navò, la biblioteca Viganò conserva anche l’edizione del 1592-1593 apparsa nel volume intitolato Tutte le opere d’arithmetica del famosissimo Nicolò Tartaglia. All’interno del manuale è inserita la tabella triangolare dei coefficienti binomiali nota come “triangolo di Tartaglia”, a cui ancora oggi è legato il nome dell’illustre bresciano.

Sul finire degli anni Cinquanta del secolo scorso sarà Carlo Viganò a promuovere l’organizzazione da parte dell’Ateneo di Brescia di una serie di iniziative intese a commemorare il quarto centenario della morte di Nicolò Tartaglia (1597). Affidate al professor Arnaldo Masotti, culminarono nel 1959 nella giornata di studio Quarto centenario della morte di Niccolò Tartaglia. Convegno di storia delle matematiche, i cui atti furono pubblicati nel 1962.