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Luigi Gui (1914-2010)

Nato a Padova nel 1914, Luigi Gui fu un esponente di spicco della Democrazia Cristiana. Parlamentare per otto legislature (dal 1948 al 1983), ha attraversato da protagonista fratture ed evoluzioni della vita istituzionale, politica e sociale del Paese: assistette all’avvento del fascismo, partecipò alla seconda guerra mondiale e alla Resistenza, contribuì alla fondazione della Repubblica e all’avvio della vita democratica. 

Dopo gli studi liceali nella città natale, grazie a una borsa di studio completò la sua formazione superiore presso l’Università Cattolica di Milano, dove si laureò in Lettere e filosofia e dove conobbe Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira.

Richiamato alle armi allo scoppio della guerra, prese parte alla campagna di Russia come ufficiale degli alpini. Dopo l’8 settembre partecipò alla Resistenza veneta, offrendo un suo primo contributo alla ricostruzione con la stesura dell’opuscolo anonimo intitolato “Uno qualunque: La politica del buon senso” (1944), nel quale avanzò alcune proposte sul futuro sociale, politico ed economico dell’Italia, partendo da una riflessione sui sistemi politici ed economici che avevano caratterizzato il mondo occidentale tra il XVII e il XX secolo. Con la liberazione di Padova divenne vice segretario e animatore della locale Democrazia Cristiana. Candidato alle prime elezioni amministrative libere dopo il fascismo, fu eletto nel consiglio comunale della città e il 2 giugno del 1946 risultò eletto all’Assemblea Costituente tra le file della DC. 

Nei decenni successivi ebbe incarichi politici e governativi di particolare rilievo: fu sottosegretario all’Agricoltura (dal 1951 al 1953), ministro del Lavoro (dal 1954 al 1957), presidente del Gruppo parlamentare DC alla Camera (dal 1958 al 1962), ministro della Pubblica Istruzione (dal 1962 al 1968), della Difesa (dal 1968 al 1970), della Sanità (dal 1973 al 1974), degli Interni (dal 1974 al 1976). 

Nella fase storica del centro-sinistra, positivamente segnata dall’alleanza di governo tra democristiani e socialisti, Luigi Gui resse ininterrottamente il dicastero dell’Istruzione (che comprendeva anche il settore dei beni culturali e dell’università) per più di sei anni, attraverso due legislature e cinque governi, tre dei quali guidati da Aldo Moro: con lo statista condivise le linee di fondo di un riformismo scolastico fondato su una politica sociale dell’istruzione che potesse innescare un avanzamento civile, democratico ed economico del Paese.

In quegli anni, assieme a molti altri interventi, Luigi Gui riuscì a condurre a termine il lungo dibattito sul prolungamento dell’obbligo scolastico fino ai 14 anni di età, rispondendo così a un preciso dettato costituzionale e ponendo fine alla canalizzazione precoce: con la legge n. 1859 del 31 dicembre 1962 nasceva finalmente la scuola media unica, volta all’orientamento e alla formazione dell’uomo e del cittadino.

Alla fine della legislatura, tramite la legge n. 444 del 18 marzo 1968, venne varata la scuola materna statale, che andava incontro anche alle nuove esigenze sociali delle lavoratrici madri: per la prima volta nella storia dell’Italia unita lo Stato si assumeva l’onere di educare i bambini della fascia prescolare, a fianco della famiglia e in aggiunta all’iniziativa privata e degli enti locali. 

Dopo l’incarico alla Pubblica Istruzione Gui continuò a interessarsi al mondo della scuola, intervenendo su temi quali l’insegnamento della religione, l’educazione civica, l’educazione sessuale e l’introduzione della lettura dei giornali in classe. Di estremo interesse sono a tale proposito gli scritti, i discorsi e le riflessioni sui problemi e sulle vicende della scuola e dell’università (con particolare attenzione a temi quali la formazione degli insegnanti e l’edilizia scolastica), raccolti nei volumi Testimonianze sulla scuola (1974) e Nuove testimonianze sulla scuola (1981).

Lasciato l’impegno governativo, continuò a lavorare con dedizione e passione per il partito e per il Paese, partecipando a convegni e congressi della DC e agli incontri di numerose associazioni culturali.

Muore a Padova il 26 aprile 2010.

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