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Le carte di Massimo Marcocchi diventano patrimonio dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia

Premessa

Il 3 novembre 2021 ricorre il primo anniversario della scomparsa del professsor Massimo Marcocchi (+ Cremona, 3 novembre 2020), figura insigne nel panorama degli studiosi italiani di storia del cristianesimo, disciplina che ha insegnato per molti anni, dal 1981 al 2004, nell’Ateneo fondato da padre Agostino Gemelli. Ricordarlo oggi significa, per molti aspetti, parlare di una generazione di studiosi che, all’ombra di padri nobili come Hubert Jedin e altri grandi pensatori, scavò in profondità il concetto di riformismo cattolico a varie latitudini e cronologie. Ci piace qui riportare la sintetica nonché suggestiva descrizione della sua figura scritta da Ilario Bertoletti (Addio a Marcocchi storico «volpe», “Corriere della Sera. Brescia”, 4 novembre 2020, pagina 9):

Esistono storici «ricci» e storici «volpi»; i primi hanno di mira un oggetto e il loro cammino è uno scavare attorno ad esso; i secondi seguono più piste. I «ricci» mettono capo a monografie. Le «volpi» prediligono il saggio. Alle «volpi» apparteneva certo Massimo Marcocchi. Allievo di Mario Bendiscioli all’università di Pavia e ordinario di Storia del cristianesimo all’Università Cattolica, dal maestro ha raccolto una doppia eredità: specializzarsi sugli estremi dell’età moderna, Cinque-Seicento e Novecento, il procedere con stile saggistico.

Fondo Massimo Marcocchi

Le sue carte – ora in fase di riordino e inventariazione – si trovano depositate presso l’ASE, dove sono state trasferite con un paio di versamenti (marzo 2021 e ottobre 2021) in seguito ad accordi verbali intercorsi tra il professor Luciano Pazzaglia e la signora Giuseppina Cavrotti, moglie del docente cremonese. Nel complesso la documentazione si trova in buono stato di conservazione: particolare cura infatti è stata riservata dal professor Marcocchi al riordino delle sue carte, organizzate in fascicoli titolati e distinte in base ai vari ambiti dei suoi impegni professionali (attività accademica; partecipazione a comitati scientifici e di redazione di numerose e autorevoli istituzioni e/o riviste) e dei suoi versatili temi di studio (inerenti in particolare la riforma cattolica e controriforma, ma anche personaggi significativi del cattolicesimo come Ludovico Antonio Muratori, Antonio Rosmini, Giovanni Battista Montini e Mario Bendiscioli, per citarne solo alcuni).

Il fondo si distingue per l’estremo interesse della documentazione: attraverso l’analisi delle carte è possibile, da un lato, ricostruire le principali fasi della biografia di una «figura di riconosciuta onestà intellettuale e autorevolezza morale»; dall’altro, è dato approfondire tematiche e figure indagate dal docente della Cattolica con acribia e spirito critico. Gli orizzonti di studio di Marcocchi sono vastissimi, da un punto di vista e cronologico e tematico: attraverso un lavoro approfondito e appassionato, egli ha contribuito ad aprire nuove piste di indagine, come risulta ben documentato dalla impressionante mole di appunti (soprattutto manoscritti) conservati nel fondo. La consultazione delle carte di Marcocchi si rivela pertanto quale punto di partenza imprescindibile per quanti si accingano a condurre ricerche non solo sulla bio-bibliografia dello storico cremonese, ma anche su fasi significative della storia della Chiesa in età moderna e contemporanea, su aspetti salienti della cultura cattolica del XX secolo nonché sulla storia dell’ateneo di padre Gemelli.

Profilo biografico

Parallelamente all’insegnamento di lettere presso alcune scuole cremonesi Marcocchi avvia il suo percorso come docente universitario: dal febbraio 1962 viene nominato assistente volontario presso la cattedra di Storia moderna dell’Università di Pavia sotto la guida di Bendiscioli, che teneva anche, per incarico, l’insegnamento di Storia del Cristianesimo. Nel 1969 Marcocchi consegue all’unanimità l’abilitazione alla libera docenza in Storia del Cristianesimo e nello stesso anno viene assunto dalla facoltà di lettere di Pavia in qualità di docente incaricato (ufficio che mantiene ininterrottamente dal 1969 al 1980). Vinto nel 1980 il concorso universitario per Storia della Chiesa e Storia del Cristianesimo, lascia l’ateneo pavese per la cattedra di Storia del Cristianesimo dalla Libera Università degli Studi di Chieti “Gabriele D’Annunzio”.

Dal 1981 Marcocchi è chiamato, per volontà dell’allora rettore professor Giuseppe Lazzati, alla cattedra di Storia del Cristianesimo presso la facoltà di Lettere dell’Università Cattolica: si inaugura così, presso l’ateneo milanese, l’insegnamento di questa disciplina, che egli manterrà ininterrottamente sino al 2004. Massimo Marcocchi è stato membro e socio di numerose e autorevoli istituzioni; basti ricordare l’Accademia di S. Carlo Borromeo presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Centro Studi muratoriani di Modena, l’Associazione italiana dei professori di Storia della Chiesa e l’Istituto superiore di Studi religiosi di Gazzada (Varese).

Assai consistente la sua produzione scientifica (come pure è intensa la sua collaborazione a numerose riviste per le quali figura tra i componenti del Comitato scientifico e/o di redazione). Basti qui citare solo “Il gran disegno di Rosmini: origine, fortuna e profezia delle Cinque piaghe della Santa Chiesa” (Milano, Vita e Pensiero, 1999), atti del convegno promosso dall’Università Cattolica in occasione del secondo centenario della nascita di Antonio Rosmini, tenuto a Milano nel 1997, curati insieme a Fulvio De Giorgi, atti che segnano una tappa significativa nella ripresa di interesse per Rosmini, e l’edizione degli “Scritti fucini” del papa bresciano da lui curata (“Scritti Fucini 1925-1933”, Roma – Brescia, Studium – Istituto Paolo VI, 2004, Quaderni dell’Istituto Paolo VI, 24). Per ricordare, ancora, la cospicua raccolta di saggi di storia della spiritualità con il titolo “Spiritualità e vita religiosa tra Cinquecento e Novecento“, Brescia, Morcelliana 2005.

l suo profilo biografico [1] e scientifico [2] più completo ad oggi disponibile, curato da Annarosa Dordoni, si trova nel decimo volume (2006) degli Annali di Scienze Religiose pubblicati dal Dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Segnaliamo anche il significativo contributo [3] in memoriam di Gian Luca Podestà comparso su Humanitas nel 2020 dopo la scomparsa di Massimo Marcocchi. A testimoniare la sua consistente produzione scientifica può risultare utile consultare il catalogo on line della Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: alla ricerca per indice Autore (“Marcocchi Massimo”) si ottiene in risposta una lista di ben 65 ricorrenze (qui linkate in ordine crescente di data di pubblicazione, dal 1961 al 2014).

[1]Profilo biografico-scientifico di Massimo Marcocchi / Annarosa Dordoni // In: Annali di Scienze Religiose / Dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. – Anno 10 (2005), pagine 5-13. – Pubblicato nel 2006; testo della relazione presentata all’Incontro di studio La ricerca storico-religiosa di Massimo Marcocchi tenutosi a Milano mercoledì 13 aprile 2005 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (cfr. l’intero programma nella locandina qui sopra)
[2]Bibliografia di Massimo Marcocchi Annarosa Dordoni // In: Annali di Scienze Religiose / Dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. – Anno 10 (2005), pagine 14-22. – Pubblicato nel 2006
Presenta la lista di più di 150 lavori in ordine crescente di data di pubblicazione dal 1959 al 2005
[3]Massimo Marcocchi, uno storico cattolico / Gian Luca Potestà // In: Humanitas. – Volume 75, numero 6 (2020), pagine 915-917

[*] Rammentiamo che Mario Bendiscioli frequentò l’oratorio della Pace a Brescia, e in particolare padre Bevilacqua di cui condivise l’antifascismo intransigente; visse intensamente l’esperienza del periodico La Fionda con Andrea Trebeschi e Carlo Manziana. Nel testo della cartolina che qui pubblichiamo padre Carlo Manziana ringrazia Mario Bendiscioli per il dono di un libro da poco ricevuto (“il frutto del tuo lavoro e delle tue meditazioni“). Quasi sicuramente si tratta dell’opera “La Germania religiosa nel III Reich: conflitti religiosi e culturali nella Germania nazista” pubblicato dalla Morcelliana nel 1936