La scrittura dello scienziato
Il catalogo del fondo autografi della Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò»
Premessa [*]
Se è vero che con la giusta chiave si è in grado di aprire qualsiasi porta, è altrettanto vero che il mazzo di chiavi del Centro di ricerca “Raccolte Storiche” dell’Università Cattolica di Brescia si è recentemente arricchito di un nuovo passe partout: La scrittura dello scienziato. Il Fondo autografi della Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò» dell’Università Cattolica di Brescia. Si tratta del catalogo di uno dei fondi (quello degli autografi appunto) finora meno studiati della collezione che l’ingegnere Carlo Viganò donò alla sede bresciana dell’Università Cattolica ormai quasi cinquant’anni or sono (1973), catalogo compilato da Simona Gavinelli e pubblicato per i prestigiosi tipi di «L’Erma» di Bretschneider.
La scrittura dello scienziato : Il Fondo autografi della Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò» dell’Università Cattolica di Brescia / Simona Gavinelli. – Roma ; Bristol : L’Erma di Bretschneider, 2021. – 334 pagine, 6 pagine di tavole : illustrazioni ; 21 cm. – (Bibliotheca curiosa ; 1). – ISBN 978-88-913-2135-0. – Premessa di Pierangelo Goffi ; impaginazione e copertina di Dario Scianetti
[*] Nella immagine di copertina di questa Storia è riprodotta una cartolina postale con l’autografo di Cesare Musatti (Autografi Viganò, n. 80). Cesare Musatti (Venezia, 1845-1930), nella annotazione di Carlo Viganò “insigne medico e folklorista” è il prozio dell’omonimo notissimo psicanalista Cesare Luigi Eugenio Musatti (1897-1989), al quale fu dato il suo nome come segno di riconoscenza per aver visitato il piccolo, nato settimino. Qui di seguito il recto e il verso della medesima cartolina, che contiene una richiesta bibliografica (alcune copie dell’opera Bandi lucchesi del secolo decimo quarto, Bologna, 1863) diretta alla libreria romana di Pio Luzzietti (Simona Gavinelli, 2021, pagine 204-205).
L’interesse per il fondo
L’interesse per questo particolare fondo nasce nell’autrice già un lustro fa, quando, avendo ormai avviato lo studio sistematico degli “Autografi Viganò”, partecipa alla VII Giornata di studi “Libri & Lettori a Brescia tra Medioevo ed Età moderna” (5 maggio 2017) proprio con un intervento dal titolo: Il fondo autografi della Biblioteca di storia delle scienze Carlo Viganò presso la sede bresciana dell’Università Cattolica (pubblicato negli atti della giornata a cura di L. Rivali, Udine, Forum, 2019, pagine 135-158; qui la locandina della Giornata di di studi, con il prospetto di tutti gli interventi). In quel contesto fu allestita anche una piccola esposizione dei “pezzi più pregiati” del fondo che poterono essere visti e apprezzati di chi prese parte a quell’incontro. Già in quell’occasione fu chiara la necessità di studiare analiticamente il fondo per riordinarlo, al fine comprenderne il reale volume e l’effettiva portata storica e scientifica.
Il catalogo
Si tratta di una consistente mole di documentazione composta da 130 cartelle, corrispondenti ad altrettanti personaggi compresi tra la fine del sec. XVI e gli inizi del sec. XX. Il materiale è per lo più costituito da corrispondenza epistolare, condita spesso da diversi e interessanti risvolti privati, il che contribuisce a proiettarne il contenuto in una prospettiva quasi diaristica. Allo stesso tempo, però, la documentazione assume i caratteri di fonte storiografica: le informazioni bio-bibliografiche e storico-culturali concorrono a illuminare episodi di microstoria che inevitabilmente risultano declinazioni particolari di fenomeni più ampi e già noti.
Il catalogo è pertanto anche l’occasione per riscoprire importanti personaggi con le loro vicende umane e professionali, mettendo spesso in evidenza le affascinanti relazioni interpersonali esistenti tra gli attori in scena sul grande palcoscenico del mondo della scienza e della tecnica.
È il caso per esempio del poligrafo ligure Carlo Amoretti (1743-1816), scopritore del codice cartaceo cinquecentesco Milano, Biblioteca Ambrosiana, L 103 sup., in cui si conserva l’unico testimone italiano (non autografo) della Relazione di viaggio di circumnavigazione del globo (1519-1522) del nobile vicentino Antonio Pigafetta (1492ca.-1531), colui che assistette al compimento della spedizione esplorativa iniziata dal portoghese Ferdinando Magellano e portata a termine da Juan Sebastián Elcano, dopo l’assassinio del lusitano, avvenuto in prossimità delle odierne Isole Filippine nel 1521 (Autografi Viganò, n. 4).
Rende omaggio alla città ospite la presenza dell’architetto Rodolfo Vantini (1791-1856), socio attivo dell’Ateneo di Brescia e progettista del monumentale Cimitero cittadino, chiamato appunto Vantiniano (1815-1821) e di Palazzo Tosio (1829-1832) (Autografi Viganò, n. 124).
Ancora ci si imbatte nello psichiatra e antropologo Cesare Lombroso (1835-1909), tenace sostenitore delle teorie criminologiche fondate sul connubio criminologia/fisiognomica, che sfociarono nella pubblicazione del suo famoso trattato L’uomo delinquente del 1876 (Autografi Viganò, n. 64).
La storia della scienza è in ogni caso ben rappresentata dalla presenza del matematico e storico della matematica Antonio Favaro (1847-1922), tra i più grandi studiosi di Galileo Galilei e responsabile del progetto Edizione Nazionale complessiva delle opere di Galileo, che si concretizzò nella pubblicazione di un corpus di una ventina di volumi tra il 1890 e il 1909 (Autografi Viganò, n. 49).
Tra i contatti di Favaro vi era certamente il bibliotecario della Biblioteca Apostolica Vaticana (1895-1914), in seguito responsabile dell’Archivio Segreto Vaticano (1929-1934) Franz Ehrle (1845-1934), gesuita tedesco il cui unico autografo presente nella collezione (Autografi Viganò, n. 45) è la trascrizione in copia semplice degli atti processuali di Galileo Galilei: l’originale riporta la segnatura Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Decreta, vol. 1638, carta 188v, Feria V, die XXV novembris MDCXXXVIII (Roma, 25 novembre 1638).
Grazie a questa nuova pubblicazione il patrimonio librario e documentario conservato nella Biblioteca Viganò potenzia significativamente la sua conoscibilità nonché la sua fruibilità. Da questo punto di vista si attendono nuovi ulteriori studi che valorizzino lo straordinario lascito dell’ingegnere brianzolo.
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Diego Cancrini