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Vittorino Chizzolini nel “Fondo La Scuola”

Vittorino Chizzolini (1907-1984)

Figura che non necessita di presentazioni, Vittorino Chizzolini (fig. 1) è stato una delle colonne portanti della pedagogia bresciana del Novecento. Animato da un profondo senso religioso, ha saputo coniugare la tradizione cristiana e le istanze più moderne della didattica, il che gli è valso il titolo di Servo di Dio, anticamera di una prossima beatificazione.

Fig. 1 Vittorino Chizzolini al primo convegno di Scholé nel 1954 (fotografia in La pedagogia cristiana. Atti del I convegno di Scholé (9-10-11 settembre 1954), Brescia, La Scuola, 1955)

Nato a Brescia nel 1907, non seguì le orme del padre Vittorio, fabbro di professione, ma si dedicò con profitto agli studi. La madre Elisa Cominassi, molto devota, lo introdusse sin da piccolo alla dottrina cattolica, instillandogli precocemente i valori che lo avrebbero ispirato per tutta la vita. Ottenuta la licenza tecnica nel 1921, decise di iscriversi alla Regia Scuola Normale di Crema, già al tempo accessibile anche ai maschi, per ottenere il titolo magistrale. Divenuto dunque maestro, non fu sazio di quanto appreso e proseguì gli studi parallelamente all’attività lavorativa: si laureò all’Istituto Cattolico di Scienze Sociali di Bergamo nel 1929 e all’Università Cattolica di Milano nel 1931, presentando la tesi Il problema dell’esistenza di Dio nel modernismo filosofico, con il professor Paolo Rotta nel ruolo di relatore.

Tra i ruoli che fu chiamato a ricoprire, spicca quello presso La Scuola Editrice, dove fu animatore e promotore di numerosi progetti sin da quando entrò a farne parte grazie all’intermediazione del sacerdote Giuseppe Tedeschi, noto come don Peppino. Chizzolini lavorò qui per tutta la vita: descrivere compiutamente la morigeratezza quasi ascetica che lo caratterizzò in quegli anni – donò i beni di famiglia e alloggiò in una semplice stanza all’interno della sede di via Cadorna – sarebbe un’offesa alla modestia dell’uomo; perciò, è opportuno omettere ulteriori dettagli in proposito. Attraverso la collaborazione con la redazione del periodico “Scuola Italiana Moderna” (S.I.M.) e del relativo “Supplemento pedagogico”, ebbe modo di rafforzare il sodalizio professionale che lo legava a due noti studiosi: Marco Agosti e Aldo Agazzi, con i quali aveva anche instaurato una duratura amicizia (fig. 2). Solo una motivazione avrebbe potuto farlo allontanare da questo mondo nel quale era così a suo agio, ovvero la sempre sentita vocazione a farsi sacerdote. In proposito, fu monsignor Angelo Zammarchi, che non voleva rischiare di perdere il contributo di un così valente studioso, a convincerlo ad abbandonare questo progetto, prospettandogli il bene che avrebbe potuto fare, mantenendo la posizione che già ricopriva, per il mondo dell’educazione.

Fig. 2 Nota manoscritta di Vittorino Chizzolini in una lettera, datata 25 febbraio 1937, di Marco Agosti ad Aldo Agazzi (ASE, Fondo Aldo Agazzi, Corrispondenze 1937)

Sebbene sia riduttivo descrivere il fondamentale ruolo che Chizzolini ebbe presso La Scuola attraverso le monografie da lui pubblicate, in questa sede verranno brevemente riportate quelle emerse durante la catalogazione del fondo storico della casa editrice: una testimonianza parziale ma significativa dell’operato di questa eccezionale personalità bresciana. Gran parte di queste opere vennero scritte a quattro mani con il grande amico Marco Agosti: in particolare va ricordato il fortunato manuale Magistero (nuova ed. 1952-1957, fig. 3), più volte ristampato, contenente un efficace profilo di storia della filosofia e della pedagogia, seguito da una corposa selezione antologica di testi. Questo fu solo il più celebre dei testi che il duo dedicò alla formazione dei docenti, poiché si possono anche citare, dal taglio più pratico, Impegno dei programmi: commento ai programmi didattici per la scuola ottennale dell’istruzione obbligatoria (II ed. 1958, fig. 4) e Programmi didattici per la scuola primaria: testo e commento (VII ed. rinnovata 1965), oltre che Introduzione allo studio della filosofia e della pedagogia: con un vocabolarietto filosofico elementare (II ed. 1942, fig. 5). Infine, non va dimenticata una delle prime collaborazioni tra i due amici: il saggio La scuola materna italiana (1939), incentrato sullo studio dei migliori esempi delle attività educative attuate nel nostro paese.

Tra gli articoli pubblicati su “S.I.M.” (spesso si tratta di editoriali non firmati o con indicate le sole iniziali) si possono ricordare come esempio dei variegati interessi dello studioso: Crisi dell’allievo maestro (“S.I.M.”, 15 febbraio 1950) e un’intervista a Giorgio La Pira (“S.I.M.”, 10 ottobre 1949). L’interesse per i suoi scritti non diminuì dopo la scomparsa, avvenuta nel 1984, tanto che La Scuola pubblicò poco dopo una selezione dal suo vasto epistolario: Lettere di Vittorino Chizzolini nel primo anniversario della morte (1985), curata da monsignor Enzo Giammancheri. Tra le persone con cui intrattenne una corrispondenza, oltre all’ovvia presenza di tutte le principali personalità del mondo pedagogico e cattolico bresciano, si possono trovare importanti figure quali padre Agostino Gemelli (fig. 6) e il già citato sindaco di Firenze Giorgio La Pira, del quale promosse la pubblicazione della raccolta di scritti dal titolo Le città sono vive (1957).

Fig. 6 Lettera, datata 5 agosto 1925, di Vittorino Chizzolini ad Agostino Gemelli, edita in E. Giammancheri (a cura di), Lettere di Vittorino Chizzolini nel primo anniversario della morte, Brescia, La Scuola, 1985

Francesco Bonazzoli