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Giovanni Modugno: il “maestro dei maestri” 

L’Archivio per la Storia dell’Educazione in Italia (ASE) si è recentemente arricchito del fondo documentale di un’illustre personalità del panorama pedagogico italiano del Novecento. Sono infatti ora catalogate sul portale Arianna4View le carte appartenute a Giovanni Modugno, uno tra i principali pedagogisti del secolo scorso, nonché uomo impegnato sul fronte civile, politico e religioso. 

Fotografia (senza data) del giovane Giovanni Modugno

Nato a Bitonto (Bari) il 21 febbraio del 1880, Modugno cresce in un ambiente famigliare d’impronta cattolica. La sua indole forte si manifesta già ai tempi del ginnasio quando, infastidito dalla rigidità e dalla pedanteria di quello che lui definiva un «macinatore di gerundi» latini, abbandona la scuola e decide di istruirsi da sé, con l’aiuto di due docenti da lui stesso selezionati (un latinista e un naturalista), fino a conseguire la maturità classica da autodidatta. Prosegue gli studi e, nel 1905, si laurea in Scienze naturali a Napoli: la sua predisposizione all’insegnamento è evidente, tanto che due anni più tardi sta già insegnando Filosofia e Pedagogia presso la Scuola tecnica comunale “Matteo Imbriani” di Corato. Quella dell’educatore per Modugno è una vera e propria missione e viene prima della carriera e degli onori: a testimonianza di questo, nel 1923 rifiuterà la carica di provveditore agli studi di Bari, offertagli dall’amico Giuseppe Lombardo Radice.  

Nel 1911, anno in cui consegue la laurea in Filosofia, sposa Maria Spinelli. Nel 1913 i due hanno una figlia, Pinuccia: la sua morte precoce, avvenuta nel 1934, sarà l’ultimo episodio di una serie di gravi lutti famigliari, che porteranno all’adesione da parte di Modugno alla fede cattolica, sull’esempio tracciato da figure di rilievo quali Manzoni, Rosmini, Don Bosco e Newman. Nel suo cammino di conversione Modugno sarà fortemente influenzato anche dagli scritti di prestigiosi esponenti della cultura europea, in primis Jacques Maritain e F. W. Förster: di quest’ultimo diverrà grande amico e a lui dedicherà il testo F. W. Föster e la crisi dell’anima contemporanea, pubblicato nel 1931 con l’editrice Laterza.  

Quaderno di “Esercizi di botanica. Aprile-maggio 1899” di Giovanni Modugno

Negli anni che seguono la conversione, l’operato di Modugno si fa sempre più portatore di una convinta apologia pedagogica del cristianesimo. Risvegliare le coscienze dei suoi allievi e costruirne l’onestà intellettuale diventano i capisaldi della sua missione educatrice. A conferma della sua infaticabile dedizione, è significativo ricordare come Modugno mettesse a disposizione dei suoi studenti la sua biblioteca personale, facendo egli stesso da consulente e bibliotecario. Inoltre, è degna di nota l’opera dal titolo Il programma scolastico della nuova democrazia (1917), in cui Modugno si fa portavoce della lotta per la diffusione delle scuole in ogni comune d’Italia, per il prolungamento dell’obbligo oltre le elementari e per una formazione civica e professionale che indirizzi gli alunni verso i valori e le virtù del cittadino modello, così che possano mettere in atto quella tanto professata «autoeducazione» ed essere, come amava dire lui, “filtri della realtà, più che spugne assorbenti”.  

Lettera (11/[04]/1928) inviata dal pedagogista e filosofo tedesco Friedrich W. Förster a Giovanni Modugno

La legge morale che governa le azioni ha come fondamento il cristianesimo, che per Modugno va inteso come paradigma operativo, oltre che spirituale. L’altro caposaldo della cosiddetta “questione sociale”, in linea con il suo socialismo attivo e alla luce della preoccupante situazione morale dell’Italia di inizio secolo, è il concetto largo di democrazia, da esercitare a favore della collettività e dei più deboli: sono temi che Modugno ha particolarmente a cuore, tenuto conto oltretutto del dilagante analfabetismo che persisteva nel suo Mezzogiorno e che si rifletteva anche sulla partecipazione politica locale. È a partire dai primi anni di scuola che, a suo avviso, gli studenti devono imparare a ragionare, così da maturare una coscienza critica e libera. Il ruolo del docente, come evidenziato da Modugno in una conferenza del 1919, è dunque quello di “collaboratore, un sostegno fermo e amorevole” in grado di fornire ai ragazzi le linee guida che consentano loro di crescere autonomamente, così che “acquistino l’attitudine e l’abito di giudicare rettamente le azioni proprie e le altrui, di considerarne gli effetti con criteri di giustizia e responsabilità”. Sulla falsariga di queste considerazioni, nello stesso 1919, Modugno scrive La nuova coscienza di libertà e la scuola nel secolo XX

Gli anni del regime non smorzano affatto le sue convinzioni: Modugno, al contrario, intensifica le proprie attività, intervenendo in diverse riviste pedagogiche e non, tra cui «Gioventù italica» e «Scuola italiana moderna» – periodico, quest’ultimo, edito a Brescia da La Scuola, con la quale Modugno, molto legato a Vittorino Chizzolini (che de La Scuola fu uno dei principali animatori), pubblica nel 1935 quello che è considerato il suo lavoro migliore, ovvero Religione e vita, un pilastro della pedagogia di stampo cristiano, «un libro che – a detta di Agostino Gemelli – riconcilia con la pedagogia». 

Cartolina postale (16/01/1943) inviata dal noto pedagogista pugliese (ma bresciano di adozione) Matteo Perrini a Giovanni Modugno

Negli anni ‘40 continua la lotta intellettuale di Modugno contro ogni forma di totalitarismo e si moltiplicano i contatti e gli scambi di vedute con personalità influenti in vari settori, tra i quali Gaetano Salvemini, del quale era amico fraterno, ma anche Don Primo Mazzolari, Aldo Moro, Adriano Olivetti e Aldo Agazzi. 

L’inventario delle carte – pervenute in ASE nella primavera del 2023 grazie al dott. Filippo Perrini (figlio di Matteo, uno degli allievi di Giovanni Modugno), in seguito a contatti da lui avuti con il prof. Luciano Pazzaglia, si articola in trentasei fascicoli divisi in sei serie tematiche: la prima contiene carte relative agli studi universitari condotti da Modugno e al suo insegnamento alla scuola magistrale; la seconda, in cui spicca per interesse il suo diario, è di carattere personale; la terza è interamente composta da corrispondenze epistolari, in particolare con Friedrich Wilhelm Förster e Vittorino Chizzolini; la quarta serie contiene materiali di studio e appunti vari; infine, nella quinta e nella sesta serie sono collocate, rispettivamente, documentazione inerente diversi testi da lui elaborati e rassegna stampa. 

Oltre ai documenti conservati in archivio, molti dei testi redatti da Modugno nel corso degli anni sono conservati nelle biblioteche della sede di Brescia della Cattolica, la maggior parte dei quali indicizzati nei fondi La Scuola e Casotti.

“Cerca soprattutto di innamorarti della scuola, questo è il consiglio migliore che posso darti, ama i tuoi bimbi, abbi per loro le cure d’un padre: pensa che in tutto il villaggio tu hai l’ufficio più bello, più delicato”

(Lettera autografata di G. Modugno conservata nell’Archivio del “Centro di Ricerche di Storia ed Arte Bitontina”)   

Giuseppe Cosio