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Orientarsi con Brecht: lingua, teatro e libri antichi

Si è concluso con una visita alla Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò» e con una lettura scenica in lingua originale di Leben des Galilei di Bertolt Brecht (1898-1956), Deutschlernen mit Theater, il PCTO (Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) svolto da sei alunni delle classi 4C e 4F del Liceo Linguistico I.I.S. Astolfo Lunardi di Brescia, presso la sede bresciana dell’Università Cattolica.

Accompagnati dalla prof.ssa Fulvia Piccini e con il coordinamento e la collaborazione della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, nelle persone delle prof.sse Lucia Mor e Gloria Colombo, i giovani Sirio Belotti, Andrea Castelnuovo, Natalie Hernandez-Fernandezova, Maria Vittoria Nizzardo, Gloria Quaglia e Nazar Vodopyan si sono approcciati con entusiasmo e curiosità al “testamento spirituale” del grande drammaturgo tedesco: 30 ore di lavoro tra analisi del testo in lingua originale, scelta delle scene, confronto con l’attrice professionista Giuseppina Turra, realizzazione di scenografie on screen e scelta delle musiche, prove di lettura e messa in scena.

Contestualmente i ragazzi hanno avuto occasione di interagire direttamente con le edizioni originali dei testi di Copernico (De revolutionibus orbium coelestium libri VI, Basel, Officina Henricpetrina, 1566) e Galileo, nelle copie conservate presso la Biblioteca Viganò, in particolare con i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (Leida, Elzeviri, 1638), unico testo galileiano espressamente citato nella pièce teatrale di Brecht. Si tratta infatti dell’ultima opera di Galileo, che fu pubblicata al di fuori dei confini italiani: a portarla clandestinamente a Leida, nella ricostruzione brechtiana, fu Andrea, giovane discepolo di Galileo e seguace delle teorie eliocentriche che lo scienziato pisano fu costretto ad abiurare il 22 giugno del 1633 davanti al Tribunale dell’Inquisizione.

Galileo rinnegò le sue teorie, nella visione di Brecht, per paura del dolore fisico che avrebbe dovuto sopportare a seguito delle torture che lo avrebbero atteso, ma il giovane Andrea intuisce che l’abiura fu il mezzo che consentì al maestro di portare a compimento i suoi studi senza più destare i sospetti degli inquisitori romani.

Iniziativa ottimamente riuscita quella portata a termine dai ragazzi, che hanno coinvolto e stupito il pubblico grazie alla loro preparazione e all’attitudine alla recitazione maturata durante gli incontri. Un interessante percorso di orientamento e un efficace antidoto contro l’immobilità che talvolta caratterizza le nuove generazioni: Und sie bewegt sich doch!

Diego Cancrini