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Scontro armato a Sant’Eufemia

Dal 6 settembre 2025 al 7 gennaio 2026 il MuSa – Museo di Salò ospita la mostra fotografica “L’ultimo inverno. 1943–1945. Dalla Resistenza alla Liberazione”, curata da Rolando Anni. Per approfondire la trattazione delle vicende legate al territorio bresciano, pubblichiamo un resoconto redatto dal bibliotecario Alessandro Tami, che si è avvalso di molteplici fonti bibliografiche, documentali e fotografiche per ricostruire la cronologia di uno scontro avvenuto in quel di Sant’Eufemia.

Santella danneggiata durante gli scontri a Sant’Eufemia – 45°31’26.6N 10°16’01.8E – archivio privato

Nella notte tra il 26 e il 27 aprile 1945, intorno alle 2:00, si verificò uno scontro armato alle porte di Brescia, presso la frazione di Sant’Eufemia e lungo viale della Bornata. L’episodio si inserisce nelle fasi finali della guerra di liberazione italiana e vide coinvolte le avanguardie della 1ª Divisione corazzata americana, forze partigiane locali e reparti tedeschi della Wehrmacht in ritirata. L’area era strategicamente rilevante, situata lungo importanti vie di comunicazione tra la Pianura Padana e la fascia prealpina, e conquistare Brescia significava bloccare le vie di comunicazione verso il Brennero. Lo scontro di Sant’Eufemia, in particolare, avvenne poche ore dopo l’insurrezione di Brescia e si rivelò decisivo per il controllo del territorio.

La 1ª Divisione corazzata americana aveva attraversato il fiume Po nella notte del 26 aprile, nei pressi di San Benedetto. Il Combat Command A, guidato dal generale Daniel, aggirò Mantova e incontrò la prima resistenza nemica a Castenedolo, che fu liberata dalla Task Force Linvill.

Carro armato Sherman Ark – 45°31’42.2N 10°15’24.2E – AREC

Da lì, le truppe si diressero rapidamente a nord, puntando su Brescia da est, arrivando nei pressi della città prima dell’alba del 27 aprile. Una colonna tedesca stava tentando di lasciare Brescia percorrendo la stessa via scelta dagli americani. Era stata probabilmente già attaccata da partigiani e aggregati della 122ª Brigata Garibaldi, che nel pomeriggio del 26 aprile, oltre ad ingaggiare scontri armati con le numerose colonne tedesche in ritirata, avevano occupato la caserma della Guardia Nazionale Repubblicana, presso l’Istituto Agrario Pastori. Nei pressi di Sant’Eufemia, la sezione di ricognizione americana fu investita da un attacco tedesco, che colpì tre soldati. Tuttavia, il corpo principale della Wehrmacht non riuscì a reagire in modo efficace e dopo un cruento combattimento venne annientato dalle forze americane, composte da fanteria veterana, carri armati e artiglieria pesante. Un altro fattore, che causò gravi perdite tra le fila dei soldati tedeschi, furono le grandi quantità di carburante necessarie per raggiungere la Germania stipate sui mezzi, che una volta colpite, provocarono enormi esplosioni.

Tra i circa 200 prigionieri catturati, alcuni riferirono l’arrivo imminente di una seconda colonna tedesca, prevista per le 5:00 del mattino. Gli americani organizzarono un’imboscata dalla quale nessun tedesco riuscì a fuggire. Circa 50 veicoli furono distrutti e si contarono almeno 40 morti tra le forze tedesche. Al mattino la strada che porta a Brescia era piena di veicoli carbonizzati e di cadaveri.

Autovetture sventrate lungo viale della Bornata – 45°31’48.9N 10°15’07.4E – AREC

Mentre gli americani venivano raccolti dai loro commilitoni, i tedeschi lo furono da alcuni religiosi e da un gruppo di giovani diretti da Giuseppe Rapuzzi, che diede loro degna sepoltura presso il cimitero di San Francesco di Paola (dal 1951 riposano nel cimitero militare tedesco di Costermano). Un piccolo drappello nemico riuscì a fuggire verso Serle, nella zona di Cariadeghe, dove però incappò nei partigiani locali. Ne seguì uno scontro a fuoco in cui un soldato tedesco fu ucciso. Il giorno successivo, don Guerino Franzoni celebrò il funerale, alla presenza di 52 prigionieri tedeschi arresisi. Nella stessa notte, molti civili di Sant’Eufemia cercarono rifugio sui pendii del Monte Maddalena. Nel corso degli scontri, persero la vita 5 partigiani e 3 civili.

In città, la popolazione bresciana fu svegliata da colpi di cannone e sparatorie, e temette un contrattacco tedesco. Per evitare fraintendimenti con gli Alleati, i comandanti del CLN decisero di informare tempestivamente le forze americane della liberazione della città, avvenuta nel pomeriggio del 26 aprile. I comandanti partigiani, scortati e con bandiere al vento, si presentarono in via della Bornata, proprio di fronte all’Istituto Agrario Pastori. Lì, il colonnello Bettoni suggellò l’incontro stringendo la mano all’ufficiale americano, confermando che Brescia era libera. Nonostante alcuni suggerimenti di intervenire immediatamente in altre zone di combattimento, solo pochi carri leggeri raggiunsero piazza Vittoria nel pomeriggio, trovandola già affollata di civili.

Carri armati leggeri M5 Stuart americani presso piazza Vittoria – 45°32’19.2N 10°13’10.8E – AREC

Lo scontro armato alle porte di Brescia aveva rallentato l’avanzata dell’avanguardia corazzata, ma all’alba era di nuovo inarrestabile. Il 27 pomeriggio attraversò Bergamo, mentre al mattino del 28 aprile carri armati e autoblindo erano a Como, raggiungendo poco dopo il confine svizzero. La velocità di questo movimento, che fu ostacolato solo da alcuni tratti di strada danneggiati dai precedenti bombardanti alleati e da una debole e dispersa resistenza, bloccò l’ultima via di fuga per l’esercito tedesco in ritirata. Nei giorni successivi tutte le forze nemiche presenti a sud-est di Brescia si arresero alle forze americane. Gli eventi di Sant’Eufemia e della liberazione di Brescia evidenziano la collaborazione decisiva tra truppe alleate e formazioni partigiane italiane. Come accadde in molte altre città del Nord Italia, anche a Brescia la liberazione avvenne prima dell’arrivo ufficiale degli Alleati, grazie all’insurrezione partigiana che si integrò con la dilagante l’offensiva finale delle forze alleate.

[In copertina Due semicingolati Sd.kfz 9 “Famo” – 45°31’29.3N 10°15’56.8E]

Bibliografia

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FINITO! The Po Valley Campaign, Milano, Rizzoli, 1945;

The Story of First Armored Division Publication Unit History – US, 1st Armored Division, 1944-1945;

L. Fossati, Il vescovo e il clero bresciano dal 1943 al 1945, Brescia, CEDOC, 1975;

M. Lovatti, Testimoni di libertà: Chiesa bresciana e Repubblica Sociale Italiana (1943-1945)     Brescia, Opera diocesana San Francesco di Sales, 2015;

E. Abeni, Il frammento e l’insieme: la storia bresciana Vol. 6, Brescia, Edizioni il Moretto, 1986-1987;

Le vie della libertà: un percorso della memoria: Brescia 1938-1945, a cura di Marino Ruzzenenti, Matteo Guerrini, Maria Piras Et al., San Zeno Naviglio, Staged, 2005;

L. Tedoldi, L’ultima primavera: episodi della Resistenza bresciana, Milano, Arpa,1971;

L. Galli, La Wehrmacht a Brescia, Montichiari, Zanetti, 1984;

L. Galli, Incursioni aeree nel Bresciano: 1944-1945: con documenti inediti e l’elenco delle vittime, Brescia, Edizione Moretto, 1980;

Documenti consultati presso gli archivi dei Servizi Cimiteriali di Brescia.

Da L. Galli, Incursioni aeree nel Bresciano: 1944-1945: con documenti inediti e l’elenco delle vittime45°31’44.1N 10°15’15.7E